Verde e auto: come?

Dobbiamo puntare ad una diminuzione delle auto a Milano, che superano le medie di altre grandi città europee di auto/abitante.

La mia proposta è semplice: aumentare il car sharing che consente di avere un'auto per 10 abitanti diminuendo di un fattore 10 lo spazio per parcheggiarle.

La società GUIDAMI dovrebbe aumentare il numero dei parcheggi rendendoli più capillari, perchè la distanza da casa è essenziale per questo servizio.

In ogni nuovo parcheggio sotterraneo per residenti o a rotazione dovrebbe essere previsto un numero significativo di posti auto di car sharing.

Inoltre i parcheggi sotterranei dovrebbero essere tutti di tipo meccanizzato per ospitare il massimo numero auto per il volume occupato. Nei parcheggi normali si perde molto posto per i percorsi di accesso ai box. Così i posti per il car sharing sarebbero gratis.

E infine dovrebbero essere fatte le multe per divieto di sosta, in modo che la gente si renda conto dei veri costi di parcheggio delle loro auto, senza scaricarli sull'ambiente.

Anche in questo modo si favorirebbe il car sharing, che è un modo più efficiente di utilizzo dell'auto. Sotto i 10.000 km all'anno è conveniente e chissà quante auto parcheggiate in giro percorrono meno di 10.000 km all'anno.

Io penso Mariangela ricordi male.

Quello che ho trovato e' il seguente:

Le bici e i marciapiedi: una convivenza possibile

Visto che autorevoli personaggi con importanti ruoli tecnico-burocratici nel Comune di Milano si ostinano ancora oggi ad affermare che le biciclette non possono andare sui marciapiedi, è giunto il momento di dire le cose come stanno davvero al riguardo.

Non vi è alcun dubbio che il Codice della Strada consenta il transito delle biciclette sui marciapiedi, non direttamente però. Per poter percorrere in bici uno specifico marciapiede, occorre infatti che il Comune emetta preventivamente, in relazione a quello specifico marciapiede, un'ordinanza e installi la segnaletica relativa.

Al riguardo, le possibilità previste dal Codice della Strada all'art. 39 e dal Regolamento del CdS all'art. 122, 9c) - e come definitivamente chiarito dal Decreto ministeriale 30 novembre 1999, n. 557, Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili, in G.U. n. 225, 26 settembre 2000, Serie Generale - sono due:

a) pista ciclabile contigua al marciapiede (segnale alla fig. II. 92/a del Regolamento, con riga per separare la sezione di marciapiede destinata ai pedoni da quella destinata alle biciclette);

b) percorso pedonale e ciclabile (segnale alla fig. II. 92/b, senza riga di separazione, e cioè in promiscuo tra pedoni e ciclisti).

Dunque a Milano, volendolo, decine e decine di marciapiedi larghi (ma non necessariamente) e poco frequentati dai pedoni potrebbero ospitare il transito delle biciclette adottando una delle due opportunità sopra indicate (separazione o promiscuità), offerte dal Codice della Strada, e installando i necessari scivoli.

E' dunque venuto il tempo di smetterla di trincerarsi dietro inammissibili non possumus, per iniziare ad operare concretamente a favore della bici utilizzando gli strumenti che già esistono. O, almeno, occorre cambiare gli argomenti in base ai quali ci si ostina a non fare.

Credo irrilevante se sia o meno lecito andare in bicicletta sul marciapiede. Il posto per la bicicletta è la strada, dove può muoversi alla velocità che le è consona senza rischio per pedoni e per i ciclisti. Del resto la stragrande maggioranza dei ciclisti usa la strada, quindi è anche fuori luogo il luogo comune che periodicamente appare di ciclisti senza criterio che fanno zig zag spericolati tra i pedoni. Chi si esprime così dimentica le centinaia di persone a piedi uccise da automobilisti, motociclisti e affini in Italia ogni anno, per non parlare del 300 e più ciclisti, oltre ai feriti gravi e invalidi permanenti. Certo che vi sono incivili anche fra i ciclisti, è un fatto statistico, che potrebbe essere curato con una cultura più rispettosa proprio dei diritti dei ciclisti stessi, e con degli investimenti (quelli economici...) mirati a facilitare l'uso della bicicletta: zone sosta, limitazione velocità, cura del manto stradale, introduzione del controsenso nelle strade a senso unico, corsie, non piste, riservate. Ma come ha scritto Oliverio, l'argomento merita un discorso a parte, perché, come scrivo io..., la bicicletta è la chiave di volta della mobilità urbana e oltre, con l'uso della multi-modalità.

Ci sono città del Nord Europa dove le limitazioni alle auto sono modeste. Occorre comunque rendere più appetibili altri mezzi; piedi, biciclette (basta disegnare corsie sui marciapiedi esagerati, appunto come nel Nord Europa, senza grandi spese); mezzi pubblici, rendendo la mobilità pubblica più rapida e meno costosa di quella privata; creando zone tram-pedonali, ma lasciando ovviamente l'uso dell'auto ai residenti. Vi invito ad osservare che a Milano dove c'è il tram c'è il verde, non così si può sempre dire del Metrò. Poiché ritengo che chiunque ha diritto ad usare l'auto (non conta il prezzo della medesima) ben vengano i parcheggi sotterranei; non meccanizzati (ho esperienza di un parcheggio meccanizzato e vi dico che non si ha mai la certezza di poterla usare quando serve!).

Eppoi, ci sono spazi che potrebbero essere piantumati e non lo sono: Berlino sembra più verde semplicemente perché ha più strade come le file di alberelli. Io poi farei aiuole "3D" ossia non piatte ma con monticelli, per interrompere il propagarsi delle onde sonore.