Da milano.corriere.it:
http://milano.corriere.it/milano/notizie/caso_del_giorno/11_marzo_8/caso-190176640390.shtml
DALLA PARTE DEL CITTADINO
Milanesi sentinelle contro la cementificazione
Gentile signora Fedrigotti, scrivo da cittadina indignata per gli indirizzi del Piano regolatore di Milano recentemente approvato e che vorrebbe introdurre modifiche poco utili alla mobilità del servizio pubblico. A pagina 303 della Relazione generale viene prevista la chiusura della M2 nel tratto viale Famagosta-piazza Abbiategrasso. Chiudere questo il tratto di metropolitana M2 ed utilizzare la galleria per farvi transitare la metrotranvia che sbucherebbe in via Palanti per poi proseguire verso il Corvetto e quindi a Rogoredo è un servizio che serve poco, mentre peggiorerebbe gravemente la mobilità urbana di tutta la zona sud che ogni giorno va verso il nord creando difficoltà notevoli specie in inverno con la neve e con i tram inevitabilmente più al rilento. Le motivazione addotte per il Pgt, redatte a favore di questa ipotesi, fanno esplicito riferimento alle «potenzialità edificatorie notevolmente superiori» che la metrotranvia C potrebbe determinare in considerazione del suo percorso in «zone compromesse del parco agricolo sud», il che non può non far pensare a ulteriori cementificazione e ulteriore consumo del suolo di questa città a favore dei costruttori e della speculazione edile. Il progetto, insomma, non va affatto nel senso di un miglioramento della qualità dei servizi per gli utenti, e il fatto che la stessa direzione della metropolitana sostenga di non essere stata interpellata spero ardentemente offra l'occasione di bloccare questa insana scelta. Faccio appello ai tanti utenti della metropolitana M2, affinché facciano pervenire il loro dissenso alla direzione della metropolitana milanese e allo stesso consiglio comunale. Mobilitiamoci affinché il futuro di Milano non sia nel cemento!
A. L.
Purtroppo alle cementificazioni dobbiamo pensare per forza, né, del resto, l'amministrazione ha mai fatto grande mistero intorno a questa volontà. E i giornali l'hanno scritto e riscritto, prefigurando, in particolare per la Milano del dopo Expo, un panorama fittissimo di torri. Certo, il verde è sempre abbondantemente nominato, peccato, però, che poi, nella realtà, risulti molto più modesto di quanto facessero sperare le maquettes mostrate ai cittadini, un po' come, almeno per il momento, si è verificato per il nuovo Pirellone. Aiuole, perciò, sì, e anche siepi, molte piante in vasi e cassette, alberelli che hanno bisogno di essere sorretti tanto sono esili e cagionevoli, eventualmente dell'interessante «verde verticale» e cioè tratti di pareti di grattacieli miracolosamente piantumati, ma veri parchi, veri prati, veri grandi alberi non se ne vedranno, probabilmente, moltissimi.
Isabella Bossi Fedrigotti
08 marzo 2011