Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:
4 febbraio 2011 - pgt al voto - le dichiarazioni dell'assessore Carlo Masseroli
Farò un intervento breve perché è finito il tempo di parlare del Piano ed è già iniziato il tempo del lavoro per farlo diventare realtà: dobbiamo lavorare! Vogliamo lavorare!
Stiamo approvando il Piano ma la città è ancora quella di prima.
Una grande città che chiede housing sociale, verde, infrastrutture, aria pulita, servizi.
Ne abbiamo parlato. Adesso è tempo di realizzare: 30000 alloggi in housing sociale, 22 parchi, servizi diffusi per la città, la circle line, l’agricoltura in città e altro ancora.
Siamo quindi non alla fine di un percorso ma ad un nuovo inizio per la nostra città
Vogliamo lavorare per la città e con la città. Abbiamo veramente discusso abbastanza
E io sono orgoglioso del lavoro che insieme abbiamo fatto.
Lasciatemi dunque toccare 4 punti.
1 Ringraziamenti
Sindaco
Giunta
Consiglio
In particolare i capigruppo Gallera, Gradnik, Salvatore, De angelis, Salvini
Fino alla fase di adozione anche l'intera opposizione
Poi certamente il presidente Gambitta e il presidente Palmeri
L'ufficio di presidenza e gli uffici della presidenza
Tutta la segreteria generale e in particolare il dottor Mele
La nostra direzione generale, l’ing. Acerbo
Infine gli uffici dell’urbanistica:
Simonetti, Oggioni, Bottini e tutta la squadra che con grande passione ha lavorato in questi mesi, non me ne vogliano se non li cito uno ad uno come meriterebbero
Grazie a tutti, insieme abbiamo fatto un grande passo per la città, una nuova strada ci attende. Ne sono orgoglioso
2 La partecipazione
Proviamo insieme a capire cosa diciamo quando parliamo di partecipazione
Noi l’abbiamo interpretata così:
abbiamo percorso la città a piedi e in bicicletta. Siamo partiti da chi c’è. Non da chi parla di una Milano che non conosc e raccontando stereotipi sempre uguali e privi di speranza. Ma da chi c’è in città: la abita, la vive, la usa. Così ho iniziato quasi cinque anni fa a girare quartiere per quartiere. Come alcuni dicono: ho consumato le scarpe. E nel consumarle ho incontrato volti, esperienze, scoprendo una Milano che non conoscevo. Una Milano piena di vitalità spesso nascoste.
Ne sono nati oltre 200 incontri nei quartieri (sopralluoghi, assemblee, visite ad associazioni, colloqui con singoli cittadini), qualche migliaio e-mail ricevute (segnalazioni, proposte, idee, suggerimenti), 150 seminari/workshop con tutti gli stakeholders della città che hanno visto la partecipazione di decina di migliaia di cittadini, un centinaio di conferenze stampa, oltre 10000 articoli apparsi su quotidiani che hanno trattato il Piano di Governo del territorio, decine di Commissioni Urbanistiche, decine di Sedute di Consiglio Comunale e altro ancora.
48 mesi di ascolto, dibattito, racconto, condivisione, correzione.
Eccoci quindi arrivati alle osservazioni
Ne sono arrivate più di 4500 che per qualcuno, che vuole far finta di non ricordarsi tutto il cammino fatto insieme alla città, rappresentano l’unico strumento di partecipazione. Sono state depositate depositate da 1200 cittadini, che ringrazio.
Ho detto e ripeto che sono meno dello 0,1 % dei residenti di Milano. Non per sminuire il loro lavoro ma per fare i conti fino in fondo con la realtà. Loro certamente sono cittadini di Milano ma non sono “i cittadini” di Milano come se gli altri 99,9 % non lo fossero
Molti degli osservanti, che ripeto rispetto, hanno evidentemente espresso contenuti che rivelano una sostanziale differenza culturale con i presupposti del Piano tornando su temi già approfonditamente discussi nei 7 mesi di dibattito consigliare per la sua adozione.
Questo non mi scandalizza ma chi amministra la città deve tener conto della sola opinione di questi oppure decidere provando a te ner presente le istanze di tutta la città?
Stano ma vero, i cittadini milanesi non sono tutti d’accordo come non siamo tutti d’accordo in quest’aula.
Ma allora qual è l’idea, blocchiamo tutto? Questa io la chiamo dittatura della minoranza, non democrazia
Bloomberg prima di noi, parlando alla città di New York, usò queste parole: ”Ci sarà sempre chi dirà: aspettiamo. Studiamo meglio. Approfondiamo finché tutto non sarà perfetto, utile per tutti, da tutti condiviso, a tempo e a costo zero. Ma noi tutti sappiamo che la storia della nostra città dimostra che questa è la ricetta per un sicuro fallimento". Non so se i partiti all’opposizione a New York in quel momento abbiano cercato in tutti i modi di fermare l’ineluttabile percorso della città. Forse sì, visto che Bloomberg governa ancora saldamente.
Detto questo. Ecco come abbiamo lavorato sulle osservazione.
Non mi soffermo su tutti gli aspetti tecnici su cui ci hanno già soffocato in questi giorni. Cosa è accaduto dal punto di vista politico? Quest’aula invece di ripetere lunghi e ripetitivi dibattiti già avvenuti prima dell’estate, ha scelto di prendere decisioni che la città attende da trent’anni. I dibattiti non sono di per sé inutili ma lo diventano quando si sa già dove porteranno e questo era chiaro dall’inizio: la maggioranza ha aderito completamente alle proposte della Giunta, l’opposizione, come ha dichiarato, non avrebbe voluto che il Piano venisse approvato.
Di fatto ogni consigliere ha scelto se votare per gruppi omogenei garantendosi di consegnare il Piano alla città o discutere ogni singola osservazione. Questa seconda scelta è stata sostenuta con un palese obiettivo ostruzionistico. Le oltre 2500 proposte di modifica, presentate a caso, ne sono la prova. Persino la cronaca milanese si è sbizzarrita a ridicolizzarne più di una.
Oggi questa partita politica sta per finire con un risul tato che sono convinto vada a vantaggio della città. Molto si è parlato in questi giorni di possibili ricorsi. Trovo che sia un segno di debolezza politica e sono sicuro che chi dovrà eventualmente giudicare saprà leggere la ragionevolezza del nostro lavoro.
Ma voi credete veramente che Milano abbia bisogno dei vostri ricorsi? Credete veramente di trovare consenso arroccandovi contro un Piano urbanistico intriso di sociale solo perché non porta la vostra firma? Quanti credete vi vengano dietro? Forse una piccola parte di quello 0,1%, forse solo quelli a cui avete chiesto di darvi lo strumento per un ultimo ostruzionismo
3 il pgt, una riforma liberale
La vera ambizione del Piano è stata da noi sintetizzata nel suo titolo: Milano per scelta. Significa poter dire e sentir dire con convinzione “io scelgo Milano”. Scelgo Milano per vivere, scelgo Milano per far crescere i miei figli, scelgo Milano per il mio business, scelgo Milano per studiare, scelgo Milano per divertirmi, scelgo Milano! Perché accada c’è bisogno del nostro impegno, della nostra responsabilità, della nostra libertà: c’è bisogno di ciascuno di noi. Questo è il cuore del Piano!
Abbiamo voluto predisporre una piattaforma flessibile che dia spazio a chi ha voglia di contribuire allo sviluppo della città. Quello che abbiamo scritto non è ‘solo’ un piano urbanistico, è un nuovo sistema di welfare.
Provo a spiegarmi meglio.
Il principio di queste nuove regole, come annunciato nel discorso di Liverpool del primo ministro inglese David Cameron, è: “se scatena l'iniziativa delle comunità, dovremmo farlo. Se la ammazza, non dovremmo”.
Per essere sempre più espliciti provo a fare degli esempi. Come l’amministrazione ha operato negli ultimi trent’anni? Cosa non ha funzionato e come le nuove regole rispondono ai limiti registrati?
I vecchi strumenti urbanistici si fondavano su due parole chiave: centralismo (bisogno di servizi predefinito e immutabile nel tempo) e uniformità (poco, ovunque e uguale per tutti)
Oggi abbiamo proposto che siano sostituite da: sussidiarietà (ognuno in qualsiasi momento definisce quali e quanti servizi chiedere a chi vuole) e flessibilità (molto e dove a chi serve).
4 6 Cantieri
Ma come dicevo all’inizio è finalmente arrivato il momento di usare insieme questo strumento e di misurarne l’efficacia. Da domani si avvieranno 5 cantieri di lavoro a cui ne seguiranno certamente altri:
- Housing sociale: realizzazione di 30.000 alloggi diffusi in città, promozione dell’agenzia per la casa, riqualificazione dei quartieri degradati
- Trasporti. Più strade e più metro: circle line, tunnel linate-expo, completamento metro tranvia nord
- Energia. Milano classe A: bollette meno care, aria più pulita
- Milano città agricola: il parco Sud e le sue cascine
- Servizi. Spazi gratis per chi vuole intraprendere e fare servizi contribuendo al bene comune. Sistema di accreditamento
Questa è la Big Society milanese.
Grazie a tutti.
Continuiamo a lavorare per la nostra città.