Giovedi 23 settembre, si è svolto presso il circolo Arci Olmi di via degli Ulivi il secondo incontro dell’iniziativa di Informazione e ascolto sul PGT promossa da Libertà e Giustizia, Legambiente, Arci e Acli e alla quale ha aderito anche Fondazione RCM.
L’incontro era dedicato in particolare alle ricadute del PGT in zona 7. Erano presenti una sessantina di cittadini.
Damiano Di Simine (Legambiente) ha coordinato i lavori della serata mentre l’inquadramento del PGT, sia dal punto di vista generale sia dal punto di vista delle principali ricadute nella zona 7 è stato proposto da Piero Nobile (INU); La sua presentazione è allegata qui.
Dal dibattito, animato da numerosi interventi di cittadini, di tecnici ed amministratori, estrapoliamo i commenti, le valutazioni, le criticità e le controproposte principali sull’impostazione generale dl Piano e le osservazioni più puntuali riferite alla zona 7.
Commenti generali sul piano. Le maggiori criticità, evidenziate da diversi interventi, riguardano:
- il principio della perequazione che crea artificiosamente diritti volumetrici nelle aree agricole (che in base alla LR 12 non possono essere edificabili) e non edificate del Parco sud (a fronte della cessione della proprietà al Comune) per poi renderli disponibili negli ambiti di trasformazione ma anche negli ambiti di rinnovamento urbano. In questi ultimi si paventa che, per le caratteristiche urbanistiche e morfologiche della città, l’impatto delle nuove volumetrie si riveli ancora più insostenibile. Sulla determinazione degli effetti dell’applicazione del principio di perequazione (creazione e trasferimento di diritti edificatori accompagnato dall’applicazione del vincolo di inedificabilità nel parco Sud) in qualche intervento si è osservato che la garanzia di salvaguardia per che le aree del Parco Sud non è scontata; per le porzioni di territorio nel comune di Milano incluse nel parco le modalità attuative del PGT sono rimandate ai Piani di Cintura Urbana, strumenti esecutivi del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Sud. Su questi Piani di cintura hanno un ruolo determinate oltre ai comuni del parco sud, la Regione Lombardia e la Provincia di Milano.
- Correlato a questo aspetto ci sono le criticità evidenziate sull’obiettivo della densificazione (edifici più alti e compatti per liberare suolo e restituirlo ad un uso pubblico), obiettivo che se applicato in modo esteso ed acritico anche nelle zone già urbanizzate può alterare la morfologia di quartieri e dei nuclei di antica Formazione, soprattutto se nel Piano non vengono introdotti criteri ed indirizzi cogenti per rendere compatibili le nuove volumetrie con il tessuto preesistente.
- La tutela dell’uso agricolo del territorio. Anche i parchi attrezzati e tematici possono portare un’ulteriore minaccia alla fragile economia agricola della cintura milanese ed anche la somma delle attrezzature per il tempo libero sottrae suolo all’attività agricola espandendo l’urbanizzazione del territorio.
- Criteri ed indirizzi urbanistici. Il Piano apre la possibilità per importanti trasformazioni urbanistiche e per l’insediamento di imponenti volumetrie e radicali trasformazioni d’uso (anche nelle zone già edificate ed urbanizzate) senza definire criteri ed indirizzi qualitativi e lasciando alla fase attuativa degli interventi singoli, la determinazione, attraverso i piani attuativi, della natura esatta degli interventi, anche con la possibilità di derogare alle poche regole esistenti.
- Il tema dei servizi e della città pubblica. Il Piano assegna un ruolo eccessivo (quasi esclusivo) all’iniziativa privata nel determinare l’offerta dei servizi d’interesse pubblico, per i quali non esistono indirizzi di priorità né criteri qualitativi al di fuori delle indicazioni generiche che si possono desumere dalla caratterizzazione dei NIL (nuclei d’Identità locale) e per i quali le possibilità di realizzazione attuazione sono unicamente correlate alla realizzazione delle volumetrie.
Per quanto riguarda in particolare la zona 7 si è osservato che:
il principale intervento di trasformazione urbana riguarda l’intervento di Piazza D’armi sull’ampia area del Demanio militare (750.000 mq) dove sono previsti 940.000 mq di s.l.p (superficie lorda di pavimento) indicativamente pari a 1.000.000 di m3 di costruzioni al posto delle caserme attuali.
L’area è destinata al 50% a parco con possibilità di interconnessione con il limitrofo Parco delle Cave; Alcune delle preoccupazioni sollevate riguardano il possibile pregiudizio degli edifici di valore architettonico della caserma Perrucchetti.
Le maggiori riserve riguardano la previsione del nuovo Parco dei divertimenti denominato West Park che dovrebbe realizzarsi in prossimità di Quinto Romano.
E’ necessario classificare come Nuclei di Antica Formazione ulteriori borghi storici della zona come Figino, Trenno, Quinto Romano, Baggio, Quarto Cagnino, Muggiano; In questi contesti sarà indispensabile introdurre nel Piano criteri che obblighino a rispettare le altezze e le morfologie esistenti negli interventi di ristrutturazione urbana che li dovessero interessare.