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Inviato da avatar Fiorello Cortiana il 18-06-2010 alle 10:51 Leggi/Nascondi

Concordo sulla necessita di "sistematizzare" la partecipazione informata alle proposte per Milano

L’incontro sul Manifesto per Milano e i comitati dei cittadini ha dimostrato che si può uscire dalla contrapposizione, dall’effetto NIMBY (non nel mio cortile) e dall’autoreferenzialità, laddove ci siano partecipazione informata, trasparenza sugli indirizzi e sugli interessi in campo e la volontà di costruire, insieme ad una opinione pubblica avvertita, una comunità che vive la città e non si limita ad usarla. Cos’è altrimenti una città come Milano, se non un sistema territoriale qualitativo aperto all’innovazione e alle reti della globalizzazione? La presenza del Sindaco Moratti ha costituito una importante legittimazione dell'iniziativa, così come il suo intervento sul Corriere del giorno dopo a fianco della cronaca della serata ha ulteriormente legittimato il processo avviato con il Manifesto per Milano. Prendere sul serio il Manifesto per Milano e le proposte che genera, come l’indice di qualità per le sue vie e quartieri, non consente risposte simulate ma coerenti. Abbiamo visto il Sindaco ripresa lungo le bancarelle del mercato di via Papiniano, così sulla 90-91 e probabilmente la vedremo ripresa e fotografata in altre situazioni "popolari" e nelle interviste è sempre lei a riferirci le impressioni ed i commenti dei cittadini "Il bilancio è stato positivo". Sarà, ma le opinioni educate e determinate sentite al Puccini e non riferite da lei sono state molto diverse. E' comprensibile la messa in atto di presenze del Sindaco Moratti  finalizzate all'affermazione simbolica e rassicurante di una empatia con la città, il suo disagio ed il suo smarrimento. E' invece necessario per una città capace di futuro, stimolare e coinvolgere effettivamente le sue risorse di umanità ed intelligenza, emerse anche al Puccini, in un confronto concreto sulla città. Qui non basta la presenza simbolica, qui occorre che il Sindaco e l'amministrazione prendano la parola e avviino azioni amministrative coerenti. I cittadini di Milano possono non essere gli spettatori frustrati, impauriti o indifferenti, di una città supporto inerte per tutti i city users e tutte le attività, lecite e non, che su questo palcoscenico/piattaforma vanno in scena. I cittadini e la loro azione sussidiaria possono essere una risorsa per un sistema territoriale qualitativo. La qualità dei servizi, la qualità ambientale, la qualità dei trasporti, la qualità sociale, la qualità della relazione tra accademia, ricerca, imprese e credito, costituiscono la condizione per un urbanesimo capace di produrre ed attrarre innovazione dentro le reti della competizione e collaborazione della globalizzazione. Per questo è importante attivare iniziative e processi di confronto finalizzate a definire e condividere proposte concrete, sia per l'architettura istituzionale ed amministrativa del Comune, sia per le sue politiche. La Rete digitale consente di coordinare un confronto dove le questioni particolari siano in relazione con la dimensione amministrativa e normativa più ampia e consente di farlo in modo coordinato e stringente, oltre le ristrettezze di tempo e le modalità di intervento della dimensione assembleare. E' altresì chiaro che la Rete non è una dimensione virtuale del confronto, bensì una sua estensione di qualità propedeutica all'incontro e alla sua efficacia, sia sul piano propositivo che nella costruzione di una comunità che condivide una cultura della cittadinanza condivisa. Solo una partecipazione informata produce
un'opinione pubblica avvertita ed un'etica della responsabilità, quindi una città che esige buona politica, buoni amministratori e non simulazioni simboliche.



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