L'Expo del dott. Sala
Ho già provato a scrivere qualcosa di simile. Ora provo a dirlo in modo diverso. Oggi l’Expo è nelle mani del dott. Sala. Io credo che non ci si debba mettere a discutere se sia o no la persona adatta. Io credo che si debba (uso la stessa espressione che ho usato precedentemente) alluvionarlo di progetti che abbiano una nuova qualità.
Provo a proporne uno.
Lo slogan dell’Expo è: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Esso mi suggerisce le seguenti domande. Che non riguardano i terreni, gli immobili, le vie di comunicazione. Ma che mi sembrano chiave per il successo non solo di pubblico, ma anche nella capacità di generare un nuovo mondo dell’Expo.
La prima domanda: quale modello di società abbiamo in testa? Quale modello di società può realmente nutrire il pianeta, fornire energia per la vita? L’attuale società industriale o è necessario immaginare un nuovo modello di società?
La seconda domanda: quale modello di scienza poniamo alla base dei nostri sforzi di nutrire, fornire energia? Oggi, come tutti sanno, sta nascendo una nuova scienza (mille nuove scienze) che potrebbe costituire un grande progresso rispetto alla scienza galileiano-baconiana. Si sta immaginando di dare un contributo alla nascita di questa nuova visione della scienza che non ha ancora trovato il suo Galileo? Oppure rimaniamo ancorati alle scienze riduzionista classica?
La terza domanda: a quale modello di pianeta ci si riferisce? Ad un pianeta organismo vivente (ipotesi Gaia) che evolve e ci chiama a partecipare a questa evoluzione. Oppure un pianeta macchina del quale dobbiamo preservare il funzionamento?
La quarta domanda: quale metodo di governo si vuole utilizzare? Il modello è quello della managerialità decisionista classica o quello dello stimolo e della sintesi di processi emergenti? Oggi tutti sono convinti della necessità della partecipazione. Ma di che tipo di partecipazione si tratta? Quella che fa da complemento, quasi foglia di fico alle “grandi decisioni già prese”? Oppure si cerca di attivare progettualità sociale profonda? In questo caso, quali metodologie si intendono usare? Quale è la teoria manageriale di riferimento?
Un ultima domanda dall’apparenza infantile: parliamo di cibo materiale o anche di cibo “cognitivo”? Parliamo di patate e di galline o parliamo anche di conoscenza. Mi scuso per questo approccio dualista cartesiano. Ma credo che in questa contingenza abbia ancora una sua significatività.
Mi immagino la reazione più probabile: domande teoriche, troppo complesse.
Ecco, sono domande alle quali si da’ per forza una risposta. Lo si può fare inconsapevolmente attraverso l’impostazione che si da’ all’Expo, ma in questo caso si rischia che siano risposte banali e conservatrici. Oppure ci si può sforzare di fornire risposte consapevoli. In questo secondo caso si avvierebbe un grande opera di progettualità sociale.
Noi abbiamo provato a fornire una risposta a queste domande. Le risposte che ci siamo dati si coagulano in una proposta complessiva che abbiamo definito: Expo’ della conoscenza.
La presenteremo a Milano il giorno 20 luglio alle ore 18 e 30 presso gli uffici di CSE-Crescendo in via Aurispa, 7.
E’ una proposta che nasce proprio dall’ingenua, infantile speranza che la conoscenza possa essere davvero alla guida all’emergere di un nuovo mondo che inizia proprio dall’Expo organizzato dalla città di Leonardo.
Post pubblicato sul nostro Blog
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